Post by Nina on Nov 12, 2005 12:40:01 GMT
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e votiamo l'album di Jentina! Mi raccomando votiamo tutti 5!
La recensione che compare su MTV è OTTIMA!
La vedi così, Jentina, fashion dalla testa ai piedi, e pensi sia un'invenzione di marketing. Leggi le sue dichiarazioni sull'amore per la moda italiana e ti convinci che è così. Poi ti capita di sentire il suo disco omonimo di debutto, e capisci che invece è lei la next big thing. A soli 19 anni questa ragazza inglese di origini rumene ha già messo alle sue spalle tutta la scena hip hop britannica, e viene guardata da tutti come l'unica risposta credibile a Kelis oggi in circolazione. Dopo aver provato la fortuna a Miami, Jentina è stata in realtà scoperta da un discografico in un negozio di Londra dove lavorava come commessa. Da allora i media hanno cominciato incessantemente a parlare di lei. Prima per il flirt con Keith Flint dei Prodigy, poi per il bollente singolo "Bad Ass Strippa". Che già fatto intuire di che stoffa sia fatta la nostra: non il solito hip hop plasticoso da chart, ma una texture estremamente frammentata, alla maniera della prima Missy Elliott, inserti di sample, backwards, compressori, echi e filtri vocali: un vero gioiello di rappin’ ipermodernista.
Gran parte del merito va alla produzione di Jimmy Douglas, sound engineer di Timbaland. Con cui hanno collaborato i pionieri M/A/R/R/S, ai quali si deve il fascino retroelectro dell'album. Che incrocia indistintamente pop sciccosissimo, rock minimale, soul, soundtrack music. Il manifesto del disco è la straordinaria "French Kisses": un campione etnico mandato in loop, sul quale si staglia uno smagliante inserto techno. La combinazione di due elementi fa da basso continuo a una melodia vocale che sta sospesa da qualche parte nel tempo tra Neneh Cherry e Madonna. Lo stile vocale pieno di delicatissime inflessioni di Jentina emerge in "Feels Good", intrisa di street poetry. E in effetti è un po' stridente il contrasto tra le dichiarazioni posh della vocalist e l'intimismo di alcune track dell'album. "Gone" tradisce la passione di Jentina per l'hard rock, e rappresenta una sorta di rilettura sintetica e funkettona della mitica collaborazione tra Aerosmith e Run DMC. Ma la vetta del disco è nell’episodio totally old styled "Here I Come". Un tuffo alla stricnina nello stile tiratissimo delle prime movers del rap, condito di alcune tra le rime più slabbrate che si siano sentite negli ultimi anni. Un disco che rischia seriamente di segnare l'emergere di un nuovo gusto nella scena hip hop, con il ritorno a sonorità più ricche e meno autoreferenziali.
Potete lasciare anche un vostro commento, mi raccomando che sia positivo
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La recensione che compare su MTV è OTTIMA!
La vedi così, Jentina, fashion dalla testa ai piedi, e pensi sia un'invenzione di marketing. Leggi le sue dichiarazioni sull'amore per la moda italiana e ti convinci che è così. Poi ti capita di sentire il suo disco omonimo di debutto, e capisci che invece è lei la next big thing. A soli 19 anni questa ragazza inglese di origini rumene ha già messo alle sue spalle tutta la scena hip hop britannica, e viene guardata da tutti come l'unica risposta credibile a Kelis oggi in circolazione. Dopo aver provato la fortuna a Miami, Jentina è stata in realtà scoperta da un discografico in un negozio di Londra dove lavorava come commessa. Da allora i media hanno cominciato incessantemente a parlare di lei. Prima per il flirt con Keith Flint dei Prodigy, poi per il bollente singolo "Bad Ass Strippa". Che già fatto intuire di che stoffa sia fatta la nostra: non il solito hip hop plasticoso da chart, ma una texture estremamente frammentata, alla maniera della prima Missy Elliott, inserti di sample, backwards, compressori, echi e filtri vocali: un vero gioiello di rappin’ ipermodernista.
Gran parte del merito va alla produzione di Jimmy Douglas, sound engineer di Timbaland. Con cui hanno collaborato i pionieri M/A/R/R/S, ai quali si deve il fascino retroelectro dell'album. Che incrocia indistintamente pop sciccosissimo, rock minimale, soul, soundtrack music. Il manifesto del disco è la straordinaria "French Kisses": un campione etnico mandato in loop, sul quale si staglia uno smagliante inserto techno. La combinazione di due elementi fa da basso continuo a una melodia vocale che sta sospesa da qualche parte nel tempo tra Neneh Cherry e Madonna. Lo stile vocale pieno di delicatissime inflessioni di Jentina emerge in "Feels Good", intrisa di street poetry. E in effetti è un po' stridente il contrasto tra le dichiarazioni posh della vocalist e l'intimismo di alcune track dell'album. "Gone" tradisce la passione di Jentina per l'hard rock, e rappresenta una sorta di rilettura sintetica e funkettona della mitica collaborazione tra Aerosmith e Run DMC. Ma la vetta del disco è nell’episodio totally old styled "Here I Come". Un tuffo alla stricnina nello stile tiratissimo delle prime movers del rap, condito di alcune tra le rime più slabbrate che si siano sentite negli ultimi anni. Un disco che rischia seriamente di segnare l'emergere di un nuovo gusto nella scena hip hop, con il ritorno a sonorità più ricche e meno autoreferenziali.
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